A lezioni di tolleranza da McDonald’s?

Posted on 7 Giu 2010


In Africa (e il continente nero è in “ottima” compagnia) l’omosessualità può essere un problema, addirittura un reato; emblematico il trattamento riservato a una coppia (gay) in Malawi, vicenda raccontata anche qui su AFFRICA da Annalisa Addis.

 Come vanno le cose qui da noi, al di qua?

In Italia, le cronache raccontano di frequenti pestaggi e la sensazione generale (non necessariamente condivisa) è di arretratezza, degrado, forse anche bigottismo, probabilmente menefreghismo. La politica ci mette del suo: se da un lato, qualche sforzo c’è stato (basti pensare al recente dietrofront del Ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna che si è scusata per certi suoi pregiudizi, apparentemente superati), la situazione resta comunque inaccettabile, per esempio, sul fronte del riconoscimento di alcuni elementari diritti civili

Tra i Paesi fondatori dell’Unione Europea, il nostro è l’unico a non avere una legge sulle coppie omosessuali. A mancare è addirittura una legge contro l’omofobia e la transfobia. Siamo considerati uno dei Paesi più omofobi d’Europa.

OMS

Sono passati 20 anni (era il 17 maggio 1990) da quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha cancellato l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali. Questo è un dato: i gay non sono malati e non sono disturbati – o se lo sono, ciò non è legato al loro orientamento sessuale.

È grave che questo dato, inconfutabile e scientifico, non sia stato recepito dalla politica, da chi ci governa, e tradotto in azioni concrete: diritti civili, estensione dei diritti che spettano ad una coppia eterosessuale alle coppie omosessuali. Una coppia è una coppia, si parla di essere umani: questo è un dato scientifico. I tempi della società vanno chiaramente tenuti in considerazione; il fatto che la scienza stabilisca che l’omosessualità non è contagiosa, non fa diventare le persone automaticamente aperte e tolleranti, non le convince tutte. Ma i governanti dovrebbero guidare, non assecondare

In Francia, sul tema omosessualità, ha recentemente attirato molta attenzione una pubblicità di McDonald’s. Protagonisti, un padre e un figlio. La pubblicità inizia col figlio che, da solo e con una foto in mano, parla al telefono con la persona che ama. Torna il padre, il ragazzo mette giù. Il padre dà un’occhiata alla foto: è la foto ricordo della classe del figlio. Il padre lo consola, bonariamente: “peccato che siate tutti maschi, avresti potuto avere tante donne”. Il figlio sorride, con un sorriso che dice più di mille parole. Il ragazzo è gay, parlava col suo ragazzo – un compagno di classe. Il padre pensa di aver trasmesso tutto il suo savoir-faire in tema di donne; non è andata proprio così.

Il video si chiude con uno slogan: “Venite come siete”, che strizza l’occhio a Come as you are, storico pezzo dei Nirvana (e inno alla tolleranza).

Non sono mancate le battute ironiche rispetto a questo video, commentatissimo e consultato da centinaia di migliaia di persone da tutto il mondo – attraverso YouTube.

Senza voler fare, in questo momento, un processo alle intenzioni che stanno dietro la scelta di McDonald’s di usare certi temi per farsi pubblicità… ma in Occidente a chi spetta veicolare questo genere di messaggi? Al Mc Chicken? Ma quel “succede solo da McDonal’s” si riferiva a questo?

MICHELE CARBONI, CSAS – Centro Studi Africani in Sardegna 

Link: Mail Online World News | Corriere