A scuola di sogni. Il progetto GIS GIS

Posted on 18 Ott 2013


Nel cuore della banlieu di Guediawaye, nei pressi di Dakar, delle giovani ragazze ambiscono a una vita migliore e a realizzare i propri sogni imparando il mestiere della sartoria. Oltre ad essere un luogo di riferimento e apprendimento anche per le donne e i bambini del quartiere, il Centro Socio-Culturale di formazione in taglio e cucito forma giovani sarte e stiliste mirando al loro avviamento professionale. E, grazie al sostegno dell’associazione Sunugal Milano, a regalar loro un futuro diverso .

 

«Ho sempre sognato di diventare una grande stilista e poi aiutare la mia famiglia», dichiara entusiasta Khadidiatou Dieng, sarta, 22 anni. Dopo aver abbandonato gli studi, frequenta ora il primo anno di formazione e il corso di alfabetizzazione in francese nel Centro Socio-Culturale di formazione in taglio e cucito (C.S.C.F.C.C) sostenuto dall’Associazione Sunugal Milano con il progetto “Sartoria Dakar”. Questa scuola cerca di offrire alle giovani donne un’alternativa all’emigrazione, alla povertà femminile o alla prostituzione insegnando loro un mestiere e cercando di avviarle alla professione. Attualmente il Centro accoglie circa 125 allieve tra i 18 e 26 anni che fanno un percorso di tre anni più uno di perfezionamento, durante il quale frequentano corsi non solo inerenti la sartoria e lo stilismo, ma anche di francese, igiene, contabilità e gestione organizzativa. Il sostegno di Sunugal al C.S.C.F.C.C. è nato ufficialmente nel 2006, dal 2009 in poi la collaborazione tra la scuola e Sunugal si è accentuata, fino ad arrivare al progetto Gis gis che ha segnato la svolta. Nel 2010 infatti grazie ai finanziamenti del Comune di Milano, Sunugal ha realizzato nel Centro un progetto nell’ambito del co-sviluppo femminile, che ha coinvolto dodici allieve dell’ultimo anno della scuola. «Abbiamo fornito alle ragazze una formazione tecnica in taglio e cucito più approfondita, che mirasse al dettaglio e alle rifiniture per creare prodotti originali e di qualità, che, seppur fatti con materiale acquistato esclusivamente in loco, mettesse insieme nei tessuti e nello stile il gusto africano e occidentale. Per questo lo abbiamo chiamato “Gis gis”, che in wolof significa “punto di vista”: il nostro è un nuovo modo di vedere e praticare l’arte stilistica», spiega Stefania Gesualdo, una delle ideatrici e responsabili del progetto.

L’obiettivo principale infatti è quello di avviare le ragazze alla professione, attraverso la creazione di una cooperativa e di un’attivita commerciale finalizzata all’immissione dei prodotti nel mercato locale e internazionale. «Alla fine della prima parte del progetto abbiamo creato la G.I.E. (Gruppo di Interesse Economico, una cooperativa, Ndr); con il secondo finanziamento potremo portare avanti la parte conclusiva, che prevede un approfondimento sulla formazione in contabilità e gestione di impresa, ma soprattutto la commercializzazione dei prodotti e quindi di avviamento professionale. Ci piacerebbe dare a queste ragazze la possibilità di realizzarsi anche in un contesto culturale che spesso le costringe ad abbandonare le proprie ambizioni, a mettere in primo piano i bisogni delle famiglie e ad aderire al ruolo di donna di casa, aiutandole ad iniziare una professione che possano portare avanti poi anche da sposate», commenta Stefania.

La scuola di Sunugal non svolge solo un’azione di formazione, ma anche educativa e sociale. «Il progetto Gis gis mi ha insegnato a cucire a macchina e alcune tecniche specifiche. Ma ho imparato anche come parlare e accogliere clienti e i turisti, e come vendere», afferma l’allieva Astou Fall. La scuola di sartoria aveva già giocato un ruolo importante dando alle giovani donne la possibilità di divenire protagoniste della propria vita ma anche attrici attive di sviluppo locale. Azione che è stata poi potenziata dal progetto Gis gis, che ha avuto un impatto positivo sulle allieve. Le azioni del Centro e del progetto Gis gis danno quindi un impulso all’imprenditoria sociale attraverso il rafforzamento di reti già esistenti di associazionismo femminile (come il gruppo di donne che frequenta il corso di alfabetizzazione) e la creazione di nuove attraverso una formazione in gestione di impresa e l’istituzione di cooperative, già realizzata tra le destinatarie del progetto Gis gis, e che si vorrebbe poi estendere anche alle altre allieve della scuola.

Le ragazze del progetto potranno instaurare reti di associazionismo anche all’estero, collaborando ipoteticamente con le donne senegalesi emigrate in Italia. Da non dimenticare infine l’esito positivo a livello di impatto ambientale. Per sensibilizzare infatti sul riciclio dei rifiuti, il cui smaltimento costituisce uno dei più grandi problemi di Guediawaye come delle banlieux di tutto il continente africano, le allieve della scuola hanno iniziato a lavorare con materiali di riciclo: idea poi portata avanti dal progetto Gis gis, le cui sarte hanno infatti confezionato eccentrici accessori e abiti da sera riutilizzando sacchi di riso, gusci di arachidi e bottiglie di plastica.

Luciana De Michele