Fumetti pericolosi

Posted on 6 Dic 2010


In Europa diamo tutto sempre per scontato: libertà di parola, di scrittura, di disegno. E invece questi sono diritti che in qualche modo siamo riusciti nel corso dei secoli a ottenere. C’è chi deve ancora sostenere queste lotte e si ritrova a farlo proprio per un disegno. Il 4 dicembre a Cagliari, nel corso di “Nues, Festival internazionale di fumetti e cartoni nel Mediterraneo”, Magdy El Shafee ha presentato il suo Metro, un graphic novel ambientato al Il Cairo, il primo romanzo grafico egiziano, condannato in patria perché “contiene immagini immorali e personaggi che somigliano a uomini politici realmente esistiti”. In realtà ha semplicemente qualche nudo, ma il problema è soprattutto che descrive la vita della capitale egiziana, con disegni e testi considerati troppo realistici e fin troppo critici per la dittatura di Mubarak.

Metro arriva oggi in Italia, pubblicato dalle edizioni il Sirente dopo una fugace apparizione in Egitto: fugace perché è stato ritirato pochi mesi dopo la sua pubblicazione e tutte le copie sono state prima sequestrate e poi distrutte. Il processo ha impegnato l’autore e l’editore per due anni, dal 2008 e si è risolto solo di recente con una multa pesante ma fortunatamente senza condanne alla galera.

L’edizione italiana è la prima a vedere la luce dopo il tentativo di stampa in Egitto (presto sarà disponibile anche una versione inglese): grazie alla fedele traduzione di Ernesto Pagano, che ha vissuto diversi anni al Cairo, si percepisce come il libro fosse in origine scritto secondo due registri, l’arabo classico, considerato aulico, e lo slang della strada.

Malgrado tutti i problemi che ha dovuto affrontare Magdy El Shafee è sorridente e disponibile.

Non si nega, confronta la propria opera con quella di altrettanti colleghi che animano la scena del fumetto in Egitto e nel Vicino e Medio  Oriente, porta degli esempi di vita vissuta e di incontri, di un paese in cui c’è ancora tanto da costruire e lo si vuole fare insieme.

La voglia è quella di raccontare la propria opera, mostrare il suo lavoro, le tavole che parlano de Il Cairo, dell’umanità che vi si muove e che appare molto simile a quella delle altre metropoli mondiali e molto lontana dagli stereotipi tradizionali. Raccontare storie, liberamente, senza aver paura di ritrovarsi un giorno in carcere perché si è scritto troppo.

MARCELLA DALLA CIA laureata in Scienze Politiche all’Università di Trieste, attualmente vive e lavora in Sardegna.

FILIPPO PETRUCCI,  CSAS – Centro Studi Africani in Sardegna

Per saperne di più: Intervista con Magdy El Shafee su agenda comunicazione.it | L’inventore del “graphic novel”, Will Eisner.