I discorsi e le idee di Thomas Sankara

Posted on 27 Mar 2012


Il mio paese è la quintessenza di tutte le disgrazie dei popoli, una sintesi dolorosa di tutte le sofferenze dell’umanità, ma anche e soprattutto una sintesi delle speranze derivanti dalla nostra lotta.

È un Paese piccolo, chiuso, saheliano, legato ai Paesi vicini. Questa la descrizione di Paul Sankara, fratello del Presidente Sankara e autore dell’introduzione di questo libro che, riportando i discorsi più famosi, traccia le linee guida del progetto di Thomas Sankara per la costruzione del nuovo Alto Volta.

Thomas è il terzo di 12 figli e fin dall’indipendenza dai francesi (1960), ad appena 11 anni, si mostra interessato a risolvere i problemi della sua società. Dopo la formazione militare e il suo avvicinamento alla politica, sceglie una posizione di denuncia della situazione di povertà estesa, corruzione e malgoverno in cui versa il Paese. Nel 1983, i suoi fedelissimi attuano la rivoluzione e lo chiamano a governare. L’obiettivo principale del quale il nuovo Presidente si fa portavoce è quello di creare, staccandosi dagli schemi imposti dall’esterno, un modello di sviluppo adatto alle esigenze dei burkinabè per concretizzare “la difesa degli interessi del popolo, la realizzazione delle sue profonde aspirazioni di libertà, la vera indipendenza e il progresso economico e sociale”.

Nel 1984, a un anno dalla rivoluzione, Sankara cambia il nome del Paese in Burkina Faso “Paese degli uomini integri” e adotta una serie di misure per migliorare le condizioni della popolazione e del territorio: la riforma agraria e la campagna di sensibilizzazione sull’ambiente (l’introduzione della pratica di piantare un albero per ogni evento felice della vita sulla scia dello slogan  “ogni gioia ha il suo albero, ogni albero è una gioia”, o la realizzazione di orti, al fianco dei ministeri, curati dai funzionari); l’indipendenza economica (“produciamo ciò che consumiamo e consumiamo ciò che produciamo”, come la campagna per il faso dan fani, il tessuto burkinabè); la riduzione della spesa pubblica (Sankara sarà ricordato come l’uomo che girava con la Renault 5 e chiedeva passaggio agli aerei presidenziali dei Paesi vicini per recarsi alle riunioni dell’OUA); la campagna di vaccinazione; la realizzazione di presidi medici, di scuole e campi sportivi in tutti i villaggi. Si aggiunge la grande mobilitazione per “costruire una società libera e prospera in cui la donna sia pari all’uomo in tutti i campi” e le misure a favore del gentil sesso (come la lotta all’infibulazione o l’introduzione della “giornata dei mariti al mercato”) perché, secondo il Presidente, “concepire un progetto senza la partecipazione della donna significa usare solo quattro dita, quando ne abbiamo dieci”.

Anche le sue decisioni di politica estera riflettono il bisogno di autonomia e sono incentrate sull’appoggio al panafricanismo, al terzomondismo, al non allineamento (“ci riconosciamo come Paese non allineato e siamo profondamente convinti che una solidarietà speciale unisca i tre continenti, Asia, America Latina e Africa, in una lotta contro gli stessi banditi politici e gli stessi sfruttatori economici”). Peso particolare viene dato alla campagna per il disarmo dell’Africa, all’ opposizione al risarcimento del debito estero (“evitando di pagare potremo utilizzare le nostre scarse risorse per il nostro sviluppo”), alla lotta contro l’apartheid.

Il suo entusiasmo, la sua dedizione al Paese e il suo rifiuto di assecondare quanti avrebbero preferito svendere il Burkina per i propri interessi personali sono probabilmente le motivazioni alla base del presunto complotto che portò all’uccisione del Presidente Sankara nell’ottobre 1987 (anche se il suo certificato di morte riporterà cause naturali di decesso).

Uomo di “rigore, modestia e semplicità”, promotore “dell’aiuto che ci aiuti a superare la necessità degli aiuti” e del moto “l’Africa agli Africani!”, Thomas Sankara ha rappresentato, e rappresenta tuttora, una figura chiave per il Continente africano e le sue lotte.

“Dobbiamo accettare di vivere all’africana perché è per noi il solo modo di vivere liberamente e di vivere degnamente”.

MARCELLA TRAMATZU – CSAS, Centro Studi Africani in Sardegna


Marinella Correggia e Cristiana de Bernardis sono due delle fondatrici di Sankara, piccola casa editrice senza scopo di lucro, nata nel 2000 e interamente gestita da volontari, che si occupa di pubblicare testi dedicati alle questioni del sud del mondo e al cambiamento.

Thomas Sankara, I discorsi e le idee, a cura di M. Correggia e C. de Bernardis, Edizioni Sankara, Roma 2003