Il Mediterraneo é un cerchio

Posted on 15 Nov 2012


Ad Algeciras, in Spagna, oggi é una bella giornata di sole. Il mare blu intenso scintilla differenziandosi dall’azzurro tenue del cielo.

Mi avvolge un turbinio di emozioni pensando a quante imbarcazioni hanno transitato nelle acque del Mediterraneo permettendo scambi di idee, conoscenze e arti; pensando a quante oggi le attraversano, in direzione contraria alla mia, cariche di persone coraggiose che ostinatamente cercano di raggiungere il lembo di terra di fronte. Mi percorre un brivido pensando a quanti uomini e donne si sono persi sotto le sue onde. Troppi. 

Cerco un posto vicino al vetro per poter scorgere la costa appena si presenta. Con mia grande sorpresa mi rendo conto che entrambe le coste sono visibili già alla partenza: due lembi di terra protesi l’uno verso l’altro come nel tentativo di racchiudere il Mediterraneo in un abbraccio. Non presentano grosse differenze se non nel nome: uno é chiamato Africa e l’altro Europa. Wow, quanto sono vicine!

E in un attimo arrivo.

Scendo dal traghetto e cerco la frontiera, ufficialmente sono ancora in Spagna. Per strada un viavai di gente si ordina solo davanti al cancello di ingresso.

Le direzioni sono solo due, tra loro opposte. Due file distinte di persone racchiuse in corridoi di rete metallica sono sorvegliate da altre persone in divisa e circondate da alte mura di cemento.. Solo i gabbiani volteggiano incuranti di queste assurde disposizioni, oltre i rotoli di filo spinato. Non trovo più il sole, il cielo si é spento e forse anche il mare che ormai non si vede più.

Vado avanti in questo percorso che mi sembra quasi interminabile. Documenti. Prego. Tutto bene. Per me. In questa direzione.

Oltre questo spazio brullo, anche in Marocco é una bella giornata di sole. Lo vedo di nuovo splendere nel cielo azzurro rischiarando con i suoi riflessi dorati il piano del mare.

Mi chiedo allora che cosa é successo tra i confini, perché nello spazio frontaliero erano scomparsi i colori.

Forse sono stata vittima dell’immaginazione così come sono vittima della divisione della terra in spazi di potere circoscritti entro linee immaginarie. Che diventano però barriere reali. E mi chiedo anche come sia possibile accettare che persone perdano la vita nel tentativo di superarle.

Salgo sul taxi con un velo di tristezza e, riguardando il Mediterraneo, penso a stamattina quando ho visto le due braccia di terra che racchiudevano l’acqua sino a formare un cerchio.

E allora mi dico che non può esserci un verso giusto e uno rovescio, né due direzioni opposte perché se il Mediterraneo é un cerchio appare evidente che al suo interno non si possa che circolare. Liberamente.

Estendendo questa riflessione, anche la Terra é un cerchio.


MARIA GIOVANNA CASU, laureata in antropologia all’Università Sapienza di Roma