L’alba della Libia

Posted on 24 Apr 2012


Il conflitto libico raccontato attraverso le sue immagini più significative come contributo per incoraggiare un nuovo futuro del Paese: è questo che sperano di conseguire André Liohn, Lynsey Addario, Eric Bouvet, Bryan Denton, Christopher Morris, Jehad Nga, Finbarr O’Reilly e Paolo Pellegrin, fotografi internazionali che hanno lavorato sul campo durante gli scontri del 2011.

La mostra, che toccherà le città di Tripoli, Bengasi, Misurata e Zintan, è stata intitolata progetto “Adil. Almost  down in Libya” (Quasi l’Alba in Libia) per ricordare un articolo pubblicato da un giornalista del New York Times in occasione della morte di due fotoreporter [1].

Circa cento scatti che, riproponendo le immagini della tragedia che ha coinvolto le quattro città durante il conflitto, vogliono mostrare “quanto l’intero popolo libico ha pagato per la guerra”.

Come sostengono gli organizzatori, obiettivo dell’iniziativa è “cercare di contribuire alla riconciliazione e ai processi di ricostruzione della democrazia per il popolo libico che si trova di fronte alle conseguenze di una recente guerra civile”.

La mostra sarà accompagnata da altre manifestazioni come workshop con i giornalisti e i fotografi locali e dibattiti con le organizzazioni attiviste libiche.

Per la realizzazione delle esposizione e delle attività connesse, è stato attivato un fondo di sostegno sul sito di raccolta fondi per il giornalismo visivo Emphas.

MARCELLA TRAMATZU, CSAS – Centro Studi Africani in Sardegna

 


 [1] L’articolo “Almost Down in Libya: Chris & Tim Heading Home”scritto da C.J. Chivers per la morte di Tim Hetherington e Chris Hondros, fotoreporter uccisi a Tripoli, è consultabile online.

Alcune delle foto più significative possono essere viste sul sito www.internazionale.it

Fonte: Internazionale, Emphas