“Moffie. Un gay in guerra nel Sudafrica dell’apartheid” di André Carl van der Merwe

Posted on 26 Giu 2012


Attraverso i ricordi raccolti in un diario, l’autore ricostruisce una parte importante della sua vita, fatta di vicende reali che si intrecciano con personaggi ed episodi di pura invenzione, con lo scopo di raccontare un percorso difficile segnato dalla necessità di tacere perché il governo, la chiesa e la propria famiglia condannano l’omosessualità, fino alla piena consapevolezza, ma soprattutto al coraggio, di non poter più nascondere la propria personalità.

Nicholas, figlio di madre inglese e padre afrikaner, nasce in un Sudafrica già indipendente dagli inglesi e non sarà mai contento per quel sistema che regge il suo Paese (“il nuovo governo è guidato da una minoranza di bianchi per la stragrande maggioranza afrikaner, la gente di mio padre, e ci ha indirizzato in un tragico cammino..”).

Fin da bambino subisce le pressioni del padre e dei parenti paterni che lo considerano un debole, una “femminuccia”. Ed è proprio il padre, persona particolarmente rigorosa e rigida, il primo a usare contro di lui l’appellativo dispregiativo Moffie, termine afrikaans utilizzato per indicare gli omosessuali. Uomo fortemente religioso, inculca al figlio la credenza che gli omosessuali siano condannati all’inferno e usa minacce per spaventarlo e incentivarlo a correggere le sue evidenti tendenze sessuali.

A sconvolgere l’infanzia e l’adolescenza di Nicholas non è solo il rapporto conflittuale con il padre, ma anche la perdita del fratello, l’unico della famiglia con il quale abbia avuto un rapporto sereno, morto a soli sette anni investito da un’automobile. Il ricordo di Frankie sarà motivo di conforto e tornerà costantemente nella vita di Nicholas.

Ad appena 19 anni, nel 1977, riceve la chiamata per il servizio militare. Il padre, l’unico che ci trovi qualcosa di positivo, spera che dall’esperienza nell’esercito il figlio possa perdere quello che per lui è il suo essere “diverso”. Ma le cose non vanno così e per Nicholas si apre un periodo di soprusi e violenza durante il quale condividerà la sua sofferenza e la sua voglia di scappare con altre persone.

La scuola di fanteria, la partecipazione alla  Koevoet (l’unità militare creata per fermare l’attività dei guerriglieri lungo i confini con Namibia e Angola) e, soprattutto, l’incontro con i compagni, aiuteranno Nicholas a difendere le proprie scelte. La reazione al suicidio di Dylan, la salda amicizia con Malcom, ma soprattutto il sentimento verso Ethan, gli permetteranno di trovare la forza di non nascondere più la sua identità.

Ricco di descrizioni dettagliate e colorite, il libro riporta il racconto della vita militare in maniera non lineare ma con continui intermezzi dedicati a vicende dell’infanzia. Questo mix tra passato e presente sembra voglia sottolineare la trasformazione del giovane Nicholas e il modo per dare armonia a quello che l’autore definisce il suo personale “disordine emotivo”.

Questo amore bisognerebbe chiamarlo in altro modo, perché è del tipo che ti può far impazzire; di quel tipo che non puoi fare a meno una volta che ne sei dipendente. Questo mondo dovrà vivere insieme a quest’amore: è più grande del mondo in cui sono nato.”

MARCELLA TRAMATZU, CSAS – Centro Studi Africani in Sardegna


Afrikaans è la lingua e cultura dei discendenti dei coloni olandesi e nordeuropei giunti in Sudafrica al seguito della Compagnia delle Indie Orientali olandese. L’uso della terminologia afrikaans è costante in tutto il racconto e, per tale motivo, il libro fornisce un breve glossario.

André Carl van der Merwe è nato in Sudafrica dove ha svolto i suoi studi e assolto gli obblighi militari. Dopo l’esperienza nell’esercito, ha studiato Belle Arti a Cape Town e ha fondato una casa di moda che ha lasciato dopo quindici anni per occuparsi di architettura e arredamento, il suo attuale impiego. Moffie, uscito nel 2006, è il suo primo romanzo.

MOFFIEUn gay in guerra nel Sudafrica dell’apartheid di André Carl van der Merwe (tradotto da Valentina Iacoponi), Iacobelli Editore, Roma 2012