Non toccate il Fondo: l’Italia e il disimpegno nella lotta all’AIDS

Posted on 9 Feb 2012


Ignorance Equals Fear, Keith Haring (1989, USA)

Nell’ultimo decennio, troppo spesso si è abusato del termine epidemia o pandemia. Nel 2003, l’attenzione dei media di tutto il mondo era rivolta alla SARS, che causò 119 morti nel pianeta. Poi venne l’influenza aviaria, che ad oggi conta 442 casi, per arrivare all’influenza H1N1 che ha causato 4747 morti. Queste presunte epidemie, pandemie annunciate, hanno avuto l’effetto di creare una psicosi mondiale, e di attirare miliardi di dollari in ricerche, sperimentazioni e vaccini. Ma da trent’anni a questa parte vi è una vera pandemia di cui si parla poco (o non se ne parla affatto): l’AIDS. Dietro solo alla Peste Nera e all’Influenza Spagnola, dal 1° dicembre 1981 (data cui si fa risalire ufficialmente il primo caso) ad oggi,   questa epidemia ha causato più di 30 milioni di decessi.

Secondo gli ultimi dati del rapporto UNAIDS 2011 sono circa 34 milioni le persone al mondo che vivono con l’HIV, e si sono registrati più di 2,7 milioni di nuovi contagi. Ciò vuol dire che al mondo lo 0,8% della popolazione è sieropositiva. Soltanto nel 2010, sono state 1,8 milioni di persone a morire di AIDS. Si è stimato che il numero di bambini sieropositivi nel 2010 fosse di 2,5 milioni.

Ad oggi, non esiste una cura per combattere l’HIV. Tuttavia, i passi in avanti fatti in questo ultimo decennio dalla scienza, hanno permesso di create una serie di trattamenti che allungano e migliorano la qualità e le condizioni delle persone sieropositive. Alla fine del 2010, nei Paesi a medio e basso reddito, erano 6650000 le persone che ricevevano la cura antiretrovirale, segnando un incremento rispetto all’anno precedente del 27%, ovvero di 1,4 milioni di persone. L’Africa Sub-Sahariana è la macroregione che ha segnato il maggior incremento, dando accesso alla terapia ad oltre 5 milioni di persone nel 2010 contro i quasi 4 milioni del 2009. Tuttavia, nonostante si debba guardare positivamente a questi numeri, la verità è che meno della metà delle persone che avrebbero necessità di accedere alle cure sono attualmente sotto terapia antiretrovirale.

Il Global Fund To Fight AIDS, Tubercolosis and Malaria, assieme al United States President’s Emergency Plan for AIDS Relief, sono ad oggi i due maggiori finanziatori dei programmi di accesso alle terapie antiretrovirale nei paesi a basso e medio reddito. Assieme, finanziano programmi che danno accesso alle terapie ad oltre 6,2 milioni di persone, ovvero l’89% del totale.

A differenza del United States President’s Emergency Plan for AIDS Relief, finanziato esclusivamente dagli Stati Uniti, il Global Fund deriva da una congiunta partnership tra pubblico e privato ed è finanziato direttamente dagli Stati sovrani.  Anche l’Italia fa parte del Consiglio di Amministrazione del Fondo Globale ma, ad oggi, l’efficacia di tale strumento è stata limitata proprio dai Paesi del G8 che, al momento dell’istituzione, si sono opposti al meccanismo del finanziamento obbligatorio optando per un sistema basato su donazioni volontarie biennali. Da allora, complice una volontà politica altalenante, il Fondo si è trovato continuamente a corto di finanziamenti e la modifica del sistema di finanziamento continua ad essere una questione prioritaria. Nel luglio 2008 in occasione del Vertice del G8 dell’Aquila il Governo italiano ha annunciato lo stanziamento di 130 milioni di euro per il Fondo Globale per la Lotta all’AIDS, Tubercolosi e Malaria entro il 31 agosto 2009. Altri 130 milioni dovrebbero essere stanziati, in base agli accordi internazionali, per il biennio 2010-2011. Il termine è scaduto ed i fondi non sono ancora stati stanziati. Nonostante il ruolo di primo piano che l’Italia ricopre nel Fondo dal 2005 i governi del nostro Paese sono stati discontinui nel finanziamento dello stesso.

Ad oggi l’Italia è indietro con i finanziamenti al Fondo per un totale di 260 milioni di euro.

Considerando che il costo medio annuale delle dieci terapie antiretrovirale più utilizzate nei paesi a basso e medio reddito (rappresentante il 99% delle terapie prescritte in questi paesi),  è di 121$  (90 euro circa), l’Italia col suo mancato pagamento impedisce potenzialmente ad altre 650mila di persone di avere accesso alla terapia negli ultimi 4 anni.

Ad oggi purtroppo non esiste un vaccino o una cura contro l’HIV, l’unica arma a nostra disposizione, quando la prevenzione non raggiunge i suoi obbiettivi, sono i trattamenti antiretrovirali. Se l’Italia fino al 2008 era uno dei Paesi virtuosi per i finanziamenti al Fondo globale (di cui è anche una delle fondatrici), ad oggi è stata esclusa dal Consiglio di Amministrazione del Fondo Globale. Posto che sarà assegnato alla Francia.


STEFANO TODDE, Ha studiato a Cagliari dove ha ottenuto la laurea specialistica in Studi politico-internazionali sull’Africa e l’Asia. Dal 2007 collabora come volontario con il Comitato Italiano per l’UNICEF. Attualmente lavora in Sudafrica presso una piccola organizzazione non governativa a Johannesburg. Nel novembre 2011 ha pubblicato  “Africaids. Una cultura infetta?” edito da Athena Editore.

Fonte: WHO 2010 | UNAIDS Progress Report 2011 | PEPFAR data 2011