Nord del Mali, Festival au Désert: la chitarra anziché il kalashnikov

Posted on 11 Gen 2012


Riparte per la dodicesima volta il Festival au Désert in cui, dal 12 al 14 gennaio, per tre giorni e tre notti una trentina di gruppi musicali si esibiranno per celebrare, attraverso la musica, la pace tra i popoli.

Questo evento è nato nel gennaio 2001 dall’incontro tra musicisti del Mali e musicisti europei, prendendo spunto dalla consuetudine dei tuareg del sud del Sahara di organizzare annualmente, dopo la stagione del nomadismo, momenti di festa per divertirsi, risolvere i conflitti e confrontarsi. Inizialmente itinerante, dal 2003, per questioni legate all’aumento di pubblico, questo festival si è stabilito nella piccola oasi di Essakane, nella regione di Tombouctou, nel nord del Mali.

L’intento era quello di contrastare la crescente discriminazione verso la popolazione tuareg da parte dello stato maliano e gli stereotipi coi quali questa popolazione è conosciuta nel mondo occidentale. Dalla fine del periodo coloniale infatti i Kel Tamasheq, come loro amano definirsi, si ritrovano separati dalle frontiere di diversi stati e costretti a processi di omologazione nazionali, ovunque fuorilegge.

Inizialmente si è cercato di valorizzare le tradizioni delle popolazioni nomadi proponendo durante questi giorni differenti forme di canti e danze, poesie, giochi e corse di cammelli. Oggi il Festival, seppur preservando i suoi aspetti tradizionali, accoglie artisti provenienti dalle altre regioni del Mali, dell’Africa e del mondo.

L’organizzazione del Festival diventa però di anno in anno più difficile a causa dei «problemi di sicurezza nella regione del Nord del Mali» che determinano una diminuzione degli sponsor internazionali e una riduzione dei flussi di turismo. Questo ha forti ripercussioni per gli artigiani e i commercianti locali, così come per tutta la popolazione. Il Festival, buona occasione per dinamizzare il tessuto economico della regione e per evitare che resti isolata, gioca un ruolo importante soprattutto per i giovani, che a causa della perdita di speranze e di lavoro sono spesso attirati dai soldi facili dei banditi o dal fanatismo religioso.

Il Festival offre inoltre una cornice per la “celebrazione della fiamma della pace”, nome dato alla cerimonia durante la quale nel 1996 a Tomboctou sono state bruciate più di tremila armi e trasformate in un monumento, a simboleggiare il desiderio di pace delle popolazioni nomadi del nord del Mali.

Durante quest’edizione sarà proiettata l’anteprima del film documentario « WOODSTOCK A TOMBOUCTOU – l’art de la résistance » realizzato da Désirée von Trotha durante il Festival au Désert 2011. Grazie alla voce dei protagonisti sarà possibile accostarsi alla bellezza disarmante del Sahara e comprendere un po’ meglio la storia e la fiera resistenza delle popolazioni che vi vivono.


Il Festival au Désert mette a disposizione mezzi tecnici e finanziari a due scuole della zona, a Tissikorey (comune di Essakane) e ad Amagach (comune di Tin Aicha) offrendo un sostegno concreto e diretto alla scolarizzazione dei bambini della comunità.

In queste ultime edizioni, il Festival ha inoltre definito modifiche importanti nella sua organizzazione. La prima è l’introduzione un bilancio certificato, con l’obiettivo di annullare gli sprechi di risorse legate ad una cattiva pianificazione e poter dedicare sempre maggiori fondi ai progetti di sviluppo locale; la seconda è la formazione di un’équipe locale per la differenziazione, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti al fine di ridurre i danni all’ambiente più o meno volontariamente provocati dai partecipanti. Gli organizzatori cercano collaboratori e partner per riuscire a realizzare un festival a impatto zero, un evento che non alteri l’ecosistema desertico e la sua biodiversità.


Sempre con l’obiettivo di valorizzare le differenze e le somiglianze tra le culture all’interno di un quadro festivo, il Festival au Désert si inserisce all’interno di una cornice musicale che promuove l’arte locale e intende migliorare le condizioni di vita delle popolazioni interessate.

Esso è stato infatti preceduto dal Festival Alì Farka Touré, tenutosi dal 5 all’8 gennaio in ricordo del celebre artista conosciuto come il blues-man del deserto scomparso nel 2006, e sarà seguito, tra il 17 e il 19 gennaio, dal Festival Tamasonghoï, progetto iniziato dai giovani di Bourem per promuovere, accanto a spettacoli di teatro, giochi acrobatici e racconti intorno al fuoco, le nuove promesse del panorama musicale maliano.


MARIA GIOVANNA CASU, laureata in antropologia all’Università Sapienza di Roma

Per saperne di più: Festival au Désert | Edizione italiana del Festival au Désert 2011