“Sudafrica in bianco e nero” di Marco Buemi

Posted on 28 Feb 2012


“In Sudafrica in bianco e nero Marco ci accompagna in un viaggio appassionato e toccante nel Sudafrica moderno: un paese pieno di contraddizioni e violenze, ricco ma allo stesso tempo povero, grande ma stretto nella meschinità del non riuscire sempre a dire qualcosa di nuovo, a fare qualcosa di diverso”. Queste sono le parole usate da Nicola Zingaretti nella prefazione al libro di Marco Buemi, Sudafrica in bianco e nero, uscito nel 2010 poco prima che il paese ospitasse i mondiali di calcio.

E  davvero sembra di viaggiare tra le pagine, grazie non solo alle bellissime foto, rigorosamente in bianco e nero, ma anche ai chiari riferimenti storici, ai dati precisi, alle curiosità riportate dall’autore. Non è una guida turistica né un libro di storia, ma ha la capacità di dare un quadro completo del Sudafrica degli ultimi venti anni.

Marco Buemi parla di apartheid e del museo dedicatogli, in cui “spiccano le parole democrazia riconciliazione diversità responsabilità rispetto”, che “possono essere lette tutte d’un fiato oppure intervallate da lunghi respiri e silenzi, ma il loro peso continua a risuonare nella coscienza umana impedendone l’oblio”. Ancora, parla di luoghi oggi diventati simboli, come Robben Island, isola che è stata “un luogo di sofferenza, segregazione e priva­zione della libertà”, ci racconta dello sport come strumento di aggregazione, di liberazione e di cambiamento, del calcio, del rugby e delle speranze riposte nei mondiali nel 2010, una “sfida economico-sociale”.

Viene analizzata la nuova borghesia nera emergente, il ruolo delle donne, in quanto“il Sudafrica è balzato nel 2009 al sesto posto nell’Indice mondiale per la parità di genere”, i ghetti, il nuovo razzismo “non più di bianchi contro neri, ma di neri contro neri” e in particolare verso gli immigrati, la crescita dell’importante industria vinicola che vede il paese “tra il sesto e l’ottavo posto al mondo come produttore di vino”, le nuove generazioni e gli investimenti fatti perché l’educazione colmi il divario imposto dagli anni dell’apartheid, la conclusione dei quali ha consentito anche agli artisti di riconquistare libertà e poter esprimere il senso critico e al cinema sudafricano di rinascere. Si racconta di come le religioni stiano provando a convivere e di quanto sia ancora difficile la lotta contro l’HIV, contro le violenze e gli stupri.

Un reportage che si conclude con l’intervista all’Ambasciatore del Sudafrica in Italia Thenjiwe Ethel Mtintso, che ha combattuto contro il sistema dell’apartheid e ha trascorso un lungo periodo della sua vita in esilio.

MARISA FOIS, CSAS – Centro Studi Africani in Sardegna


Marco Buemi (Verona, 1972) è laureato in Scienze politiche e Relazioni internazionali ha lavorato e viaggiato nel nord dell’India e in tutto il Sud-Est asiatico fotografando e scrivendo articoli. Dopo un’esperienza a Stoccolma con l’Ombudsman svedese contro le discriminazioni etniche e religiose, si trasferisce a Roma e si occupa di diritti umani come esperto della Presidenza del Consiglio dei Ministri e continua la sua attività di fotografo. Per Infinito Edizioni ha pubblicato Birmania. Oltre la repressione (2009), Sudafrica in bianco e nero (2010) e Diversamente Svezia (2011). Il libro Sudafrica in bianco e nero è frutto di oltre 6.000 chilometri per­corsi tra le strade del Sudafrica.


Marco Buemi, Sudafrica in bianco e nero, Infinito Edizioni, 2010