Un occhio alla Tunisia: il caso Kazdaghli

Posted on 21 Nov 2012


Su AFFRICA il suo nome non è nuovo, abbiamo già parlato di lui  in più occasioni.

Si tratta di Habib Kazdaghli, professore di Storia contemporanea presso l’Université de Tunis-Manouba nonché membro del Mouvement Attajdid (Renouveau), il partito che nacque dal partito comunista tunisino. Ancora una volta il suo nome diviene noto, non per i suoi meriti accademici; di lui, che si è occupato di ricerche sulle minoranze in Tunisia (minoranza ebraica, italiana e minoranze religiose in genere) e che è ora Preside della Facoltà di Lettere, si parla infatti perché è sotto processo, accusato di aver aggredito due studentesse.

Quel che accadde è che il professor Kazdaghli non permise a due alunne col niqab, il velo integrale che lascia scoperti solo gli occhi, di dare gli esami del suo corso (le studentesse possono usare il velo ma devono avere il volto scoperto). Questo rifiuto  scatenò dei disordini, il suo ufficio venne saccheggiato e lui stesso sequestrato in Facoltà. Ora è sotto processo e rischia 5 anni di prigione, accusato di avere usato violenza (e di averlo fatto da una posizione di potere).

Quello che salta agli occhi dai suoi commenti, da quelli delle sue colleghe e colleghi universitari nonché da altre testimonianze provenienti dalla società civile (cito qui Leena Ben Mhenni, che abbiamo avuto il piacere di ospitare a Cagliari poche settimane fa), è la paura che dopo la lotta per la liberazione da un regime, si vada oggi verso un rischio salafita in Tunisia. Dalle parole di tanti però, quello che è più tristemente evidente è il senso di scoramento: la rivoluzione tunisina non è stata fatta affinché oggi comandino gli estremisti.

È importante non smettere mai di tenere alta l’attenzione sulla Tunisia; oggi sul professor Kazdaghli che ha lottato per anni per abbattere un regime tirannico e non vuole trovarsi sotto ricatto di possibili nuove costrizioni.

FILIPPO PETRUCCI, CSAS – Centro Studi Africani in Sardegna


Per maggiori informazioni sulla vicenda Kazdaghli:
– Sito dell’Associazione Africanisti Italiani, dove si può anche firmare una petizione in sostegno del professor Kazdaghli;
– articolo su Sette (pdf )
– articolo di Elle (pdf, in francese)
– articolo su Open Democracy (in inglese)