Una testimonianza dalla RDC

Posted on 4 Dic 2012


Francesca Torchia è una cooperante della ONG italiana COOPI, referente di uno dei progetti di assistenza alle vittime di violenza di genere nella Repubblica Democratica del Congo.

A seguito  dei disordini che si sono verificati in Provincia Orientale come conseguenza indiretta della presa di Goma da parte  dell’M23,  è stata evacuata in Uganda insieme ad altri membri dello staff. Non appena le condizioni di sicurezza lo permetteranno, torneranno nei loro uffici a Bunia.

Venerdì 23 novembre Francesca ha condiviso con i suoi amici quanto stava accadendo in RDC. Noi di AFFRICA ripubblichiamo volentieri le sue parole sulle nostre pagine, nella speranza di fare più luce su una crisi dimenticata, e con l’augurio che Francesca e i suoi colleghi possano presto tornare al loro lavoro.

  

PER TUTTI QUELLI CHE ANCORA NON SANNO CIO CHE STA SUCCEDENDO IN RDC

Da martedì 20 novembre 2012 la città di Goma è nelle mani dei ribelli del gruppo armato M23, ritornato alle armi lo scorso aprile. La popolazione di Goma, in parte fuggita per poi ritornare, in parte rimasta a vivere in città, si è assoggettata al volere delle truppe per evitare ritorsioni. L’M23 sta attualmente marciando alla volta della città di Bukavu*, causando di nuovo movimenti di popolazione verso Goma.

Il presidente Kabila, di ritorno dal summit tripartito a Kampala, si trova di fronte all’ultimatum del dialogo. Alla comunicazione della caduta di Goma, alcune manifestazioni si sono svolte in tutte le città dell’Est del Paese, gli incidenti più gravi si sono registrati a Kisangani e Bunia. Gli scontri tra i manifestanti e la polizia, sono presto degenerati in attacchi contro gli uffici delle Nazioni Unite e delle Organizzazioni Internazionali, accusati di non avere fatto abbastanza per cambiare il corso degli eventi. A Bunia diversi sono stati gli uffici delle ONG internazionali e delle UN saccheggiati; i beni impossibili da rubare, distrutti. Neppure alcune ONG nazionali sono state risparmiate.

Intanto, approfittando della situazione, i gruppi ribelli in attività più o meno latente in tutta la Provincia Orientale si stanno riposizionando. Il clima di incertezza su quello che sta davvero succedendo e la tensione che si va propagando in tutte le zone dell’Est del Paese, non consentono facilmente agli espatriati presenti di rimanere e continuare il loro lavoro in condizioni di sicurezza.
Per questo, insieme ai miei colleghi, abbiamo riorganizzato il lavoro.

Ho fatto le ultime consegne, con emozione non indifferente, preso le poche cose che ho qui con me e sto per salutare i miei colleghi, con cui vivo e lavoro fianco a fianco ogni giorno da più di un anno. Mi allontano solo temporaneamente dall’RDC, ripiegando per il momento in Uganda. Con ancora nel cuore la speranza di potere tornare tra pochi giorni, lascio il lavoro nelle mani del fortissimo staff che mi ha accompagnato fino adesso sicura che continuerà a portarlo avanti fino al  mio ritorno.

L’incertezza su quello che succederà nei prossimi giorni alle persone che mi sono vicine, così come ai congolesi tutti, fa ancora più male perché è accompagnata dalla certezza che nessun riflettore si accenderà su questa parte del mondo per mostrare la voglia di pace a cui aspira la maggior parte della popolazione; la voglia di vivere finalmente una vita tranquilla, liberi di costruire la loro casa per restarci, coltivare il loro campo, mandare i loro figli a scuola, poterli curare quando sono malati.
Perché il lavoro che i miei colleghi continueranno a fare non sia dimenticato ma supportato, seppur a distanza, da tutti quelli che leggeranno questo messaggio. Che la forza di “andare avanti nonostante tutto” dei congolesi e di tutti i popoli che nel mondo, ogni giorno si battono per vivere una vita migliore, sia la spinta necessaria a intraprendere la strada del cambiamento per coloro che non sanno, non vedono, non vogliono comprendere.

FRANCESCA TORCHIA – COOPI

*Ad oggi, le truppe del M23 hanno interrotto la loro avanzata e acconsentito a ritirarsi dalla Repubblica Democratica del Congo.

 Foto : © Livio Senigallesi per COOPI