Zanele Muholi. L’attivista sudafricana che ricompone i “frammenti di una nuova storia”

Posted on 16 Feb 2012


Zanele Muholi è una donna sudafricana che racconta attraverso le immagini la realtà della comunità nera di lesbiche, gay, transessuali e trasgender, contrastando una lettura e una scrittura maschile e maschilista della storia.

Fotografa conosciuta a livello mondiale si definisce anzitutto un’“attivista visuale”. Nata a Umlazi nel 1972, Zanele Muholi ha trascorso diversi anni a documentare i crimini omofobi e razzisti compiuti nel Sudafrica post-apartheid: omicidi e “stupri correttivi” praticati come “cura” dell’omosessualità, tacitamente accettati dalla maggior parte della popolazione e giustificati ai fini di una rieducazione alla norma(lità).

Queste violenze sono una realtà molto diffusa in Sudafrica tanto che nella sola Città del Capo l’organizzazione locale Luleki Sizwe denuncia una media di dieci “stupri correttivi” a settimana contro le lesbiche nere, soprattutto quelle appartenenti alle fasce più povere della popolazione.

“I always say to people that I’m an activist before I’m an artist. To me, you take a particular photo in order for other people to take action. So you become an agent for change in a way. I say that I am a visual activist because it’s important to me to go beyond just being a photographer. Because you know, that sounds so sexy and it’s a ‘profession’. I think to myself what’s the point of just taking a picture? What happens after that? I’m doing what I’m doing to make a statement and also to say to people: This is possible.”

Zanele Muholi ha iniziato il suo percorso fotografico con il desiderio di commemorare le persone a cui non è dato spazio tra le pagine dei libri e che, anche nella quotidianità, si tenta di eliminare, sia concettualmente che fisicamente. È nato così il progetto Faces and Phases che ritrae i volti delle lesbiche nere incontrate in Sudafrica, Canada, Europa e in altri Stati africani. Dai loro sguardi, che grazie alle sue opere possiamo incrociare in un delicato e profondo faccia a faccia, emergono la determinazione, le scelte, la dignità, le lotte, la complicità, la fierezza e la rivendicazione del “diritto ad essere pienamente sé stesse e a poter amare liberamente”.

Le immagini raccolte da Zanele sono un prezioso documento storico e un intenso archivio emozionale sulla sessualità e sulla questione di genere nel continente africano. Nonostante i numerosi riconoscimenti internazionali (tra gli altri, il premio Casa Africa alla Biennale di Bamako del 2009), la fotografia resta per lei lo strumento che permette di raccontare i sentimenti e le storie d’amore delle persone che incontra, i cosiddetti “frammenti di una nuova storia”.


A fine 2011 è stato reso pubblico il report delle Nazioni Unite che illustra la situazione della comunità LGBT a livello mondiale, monitorando le discriminazioni contro le persone con un diverso orientamento sessuale.

Ancora una volta parlare di diverso (orientamento sessuale) presuppone una norma dalla quale una presunta diversità si allontanerebbe. E se, invece, considerassimo come norma la complessità e la singolarità degli individui e come diversità le infinite sfumature tra questi?


MARIA GIOVANNA CASU, laureata in antropologia all’Università Sapienza di Roma

 

Per saperne di più: il sito di Zanele Muholi

Attivismo in SudAfrica: Forum for the Empowerment of Women | Behind the Mask | Apostles of Civilised Vice